Ultima possibilità, forse, perché 13-15 anni è ancora un’età in cui riesci a fare presa sulle loro convinzioni, a farti seguire durante le vacanze estive o, in casi miracolosi, anche a una mostra in un museo. Poi, ciao mamma, ciao papà, io vado… Fine dei giochi, perché la perdita della partita è quasi scontata.
Quindi quest’anno ce la giochiamo e andiamo anche sul pesante: sul piatto quasi 400 km in cammino con lo zaino sulle spalle in pieno agosto, da Lucca a Roma sulla Via Francigena, 5 adolescenti e 3 adulti.
Pazzi? Può essere, ma rischiamo, perché non sappiamo proprio cosa ci aspetterà.
Siamo pronti?
Ci siamo preparati: abbiamo studiato l’attrezzatura da portare e il percorso, letto libri, blog, gruppi social sull’argomento, iniziato a scrivere un blog per chiarire e chiarirci le idee, e ci siamo allenati fisicamente con lunghe passeggiate (noi tre meno giovani).
Inoltre, il gruppo degli 8 pellegrini è ormai collaudato da diverse vacanze estive passate insieme: Giorgio e Irene hanno conosciuto Giulia e Michele all’asilo nido e da allora continua l’amicizia con il loro papà Antonio; d’estate Giulio segue gli zii, Monica e Paolo, e i cugini al mare da qualche anno; io e Paolo ci siamo messi insieme a 20 anni e non ci siamo più lasciati.
Cosa ci aspetta?
Ok, caldo torrido e sete sono previsti, acquazzoni dati per probabili, vesciche ai piedi e dolori muscolari quasi certi. Ma cosa sarà veramente questo cammino?
Quello che mi interessa di più è sapere cosa sarà per i ragazzi, come lo affronteranno, quali saranno le loro difficoltà e come, e se, riusciranno a superarle da soli, cosa capiranno e come cambieranno dopo l’esperienza di questo cammino.
Il cammino, insomma, come metafora della vita, la Via Francigena come prova sul campo della crescita di ragazzi adolescenti in giovani adulti.